mercoledì 1 agosto 2012

UP - James Morrison

"It’s never too late to turn it back around
Yeah I know you can
Don’t bury your demons deep in the ground
When it all falls down
The only way is up, up, up
The only way is up, up"


Venire a patti con i propri ideali e aprire il profilo facebook. 
Perdersi alla Decathlon nella scelta dello zaino e dell'accappatoio e del lucchetto e potrei andare avanti in eterno. 
Leggere in ogni attimo libero libri meravigliosi. 
Andare a correre al parco alle 7 di mattina. 
Fare il famigerato “passaggio di consegne” al lavoro. 
Radunare i mille pensieri che affollano la mente.
Guardare per ore le gare delle Olimpiadi. 
Andare al concerto dei Beach Boys con il papà. 
Ridere come una matta guardando il video del team Usa di nuoto sulla canzone “Call me maybe”. 
Pensare che è un bene che l'anno prossimo non potrò seguire il milan perchè senza Thiago...
Impacchettare la mia vita in tante belle scatole. 
Dare qualche due di picche. 
Rispondere mille volte alle stesse domande.
Pensare al 1 agosto di un anno fa e rendersi conto che tutto è cambiato o forse tutto è rimasto uguale, sono solo io ad essere cambiata. 
Vedere la faccia sconvolta della zia alla notizia della partenza e pensare che la nonna avrebbe reagito diversamente. 
Incazzarsi per la chiusura dell'area C. 
Passeggiare per le vie della vita passata in compagnia dei due cani più belli del mondo.
Godersi gli ultimi meravigliosi aperitivi del Nottingham Forest. 
Preparare l'elenco infinito degli oggetti da portare via.
Cenare a base di gelato e frutta. 
Non poter fare a meno di certe canzoni, quelle che ti fanno stare bene. 
E fare tutto da sola perchè si sa a volte è meglio così.
Ripensare a tutti i momenti folli vissuti in questo ufficio, in questa casa, in questa città.
Addio luglio 2012, addio Milano!  

venerdì 20 luglio 2012

MY WAY - Frank Sinatra

"And now, the end is near;
And so I face the final curtain.
My friend, I'll say it clear,
I'll state my case, of which I'm certain.
I've lived a life that's full.
I've traveled each and ev'ry highway;
But more, much more than this,
I did it my way."


Settimane parecchio strane, non proprio felici.
Immersa fino al collo nel lavoro tra eventi, gare a cui partecipare e mille altre menate. E io che speravo di passare le ultime settimane lavorative in tranquillità.
E poi liti in famiglia, di quelle che lasciano il segno e ti fanno capire che è vitale andarsene via per un po', cambiare aria e mettere giusto qualche chilometro in più tra me e certe persone. Persone che ancora non hanno capito il motivo della mia partenza, che forse lo ritengono un capriccio o una scusa per scappare da una vita che non mi appaga fino in fondo. Persone che non si sono mai sforzate di capirmi e che, a questo punto, non si meritano neanche le mie spiegazioni.

Ho bisogno di osservare la mia vita, così come la mia famiglia, da un punto di vista radicalmente differente. Perchè quando vivi una vita cercando di assecondare i desideri delle persone che ami più che i tuoi allora ti senti di aver sbagliato tutto, di aver perso di vista la vera e autentica felicità. E anche se in rari momenti ti è parso di essere serena e contenta si trattava solo di un raggio di sole in una giornata di pioggia, di una goccia di felicità in un mare di desolazione. Ecco io ho bisogno di cambiare mare, di cambiare cielo.

Qualcuno recentemente mi ha detto che “uno deve raccogliere tutto per essere felice”. In un certo senso è proprio così che voglio ricominciare a vivere, godendo delle piccole e semplici cose, dei sorrisi e delle risate che nasceranno spontanei sul mio viso nei prossimi mesi, dei sogni che pian piano ritorneranno protagonisti della mia vita. 
IO, DA SOLA...

mercoledì 4 luglio 2012

ADAM'S SONG - Blink 182

"Tomorrow just holds such better days
Days when I can still felt alive
When I cant wait to get outside
The world is wide, the time goes by..”


In piedi, per due ore, a ballare, a cantare, a saltare, a fare foto e video ma, soprattutto, a pensare e ricordare...
Pensare a quando ascoltavo What's my age again? a ripetizione e a quanto ero rimasta sconvolta nel vedere il video di quella canzone con tre ragazzotti che correvano nudi per strada. 
E poi era arrivata Adam's Song, decisamente la mia preferita, e poi ancora Miss You, Carousel, Down e poi loro che litigano e si sciolgono e pochi anni fa di nuovo insieme per la reunion ufficiale.
Ma soprattutto ricordare la mia vita a quell'epoca, cosa è cambiato attorno a me, quanto IO sono cambiata. 
Erano gli anni dell'adolescenza, del liceo, anni a dir poco meravigliosi. 
Gli anni in cui andavo in America con la scuola per due settimane, in cui avevo quattro amiche speciali, in cui le pause pranzo a scuola erano veramente divertenti, in cui vivevo la mia prima grande storia d'amore. 
Erano gli anni dei Blink 182... Ma forse lo sono ancora. Mi accompagnano anche oggi e non ho la minima intenzione di perdermi i loro concerti, come quello, emozionante, di ieri sera...

venerdì 29 giugno 2012

MORE THAN A FEELING - Boston

"I looked out this morning and the sun was gone
Turned on some music to start my day
I lost myself in a familiar song
I closed my eyes and I slipped away
It's more than a feeling, when I hear that old song they used to play

I began dreaming"


E così anche questo bel mese, giugno, è scappato. Scivolato via senza che quasi me ne sia accorta. Iniziato come meglio non si poteva, con la prenotazione del volo aereo per Sydney e proseguito tra alti (molti) e bassi (pochi) sempre con il sorriso sulle labbra nonostante le innumerevoli stranezze...
Un mese che, in ordine sparso è andato proprio così...

Ascoltare le mille paranoie che invadono la mamma mentre è in vacanza in preda alla solitudine.
Serate, giornate, nottate a ridere come i pazzi insieme agli amici.
Gli ultimi palleggi a pallavolo, quelli sì con una punta di dispiacere e magone.
Il lavoro che ha deciso di darti filo da torcere fino alla fine.
E non riuscire proprio a gestirli questi benedetti capelli, né lunghi e né corti.
Il compleanno di G in preda alle sue mille emozioni diverse.
Segnarsi tutto, ma proprio tutto, ciò che ha a che fare con l'Australia.
E ribaltarsi dal ridere insieme a quella pazza della mia collega C.
I playoff di basket al Forum di Assago e pazienza se anche questa volta Siena ci batte.
L'ultima puntata di Desperate Housewives, per distacco il mio telefilm preferito.
La scuola di inglese due volte a settimana cascasse il mondo.
Perdersi tra le esperienze di italiani in Oz all'interno di mille blog più o meno belli.
Arrivare alla conslusione che, prima o poi, sto benedetto profilo Facebook è proprio da fare.
Farsi scendere le lacrime abbracciando stretto stretto il proprio cane mentre gli si sussurrano parole irripetibili.
E rimandare ancora una volta la conversazione sull'Australia con la zia.
Saltare e urlare di gioia per la nazionale italiana e pazienza se per i clacson non si riesce nemmeno a dormire di notte.
Scoprirsi a sorridere da sola, in mezzo al mondo, al solo pensiero di cosa succederà.
Dedicare gli ultimi weekend in questo Paese a scoprirne gli angoli più belli.
Approfittare della pizza con mamma e papà del venerdì sera per far loro capire davvero chi sono.
Ricevere da chi ti vuole bene mail, articoli, video e scemenze varie relative all'Australia.
E il mauri che ti chiede “ma sei proprio sicura di partire? Cosa ti farebbe restare qui?”
Perdersi tra i negozi dei bimbi a cercare il regalo per la nipotina piccola.
Andare dal parrucchiere e sentirlo dire, mentre ti lava i capelli, “chissà gli australiani come impazziscono quando vedono arrivare una gnocca italiana come te...”
Pensare ad un anno fa, quando la mia vita era più incasinata che mai e capire che aveva ragione lei, tutto passa.
Approfittare dei viaggi in treno per leggere libri così belli che quasi quasi non scenderesti nemmeno da quel treno.
Ed essere felici per davvero perchè quando stai per salutare tutto e tutti ti rendi conto di quanto valgono per te e non c'è sensazione più bella.
Gioire per l'ennesimo bimbo in arrivo tra le persone a cui si tiene davvero.
Rendersi conto che forse forse un po' di sole lo si potrebbe anche prendere prima di essere scambiata per un fantasma.
Vedere la lista dei contatti in Australia crescere pian piano sempre di più.
Guardarsi indietro e capire che tutto è andato come doveva andare, non c'è nulla da rimpiangere.
E traslocare pian piano portando a casa tutta la mia vita milanese.
Cercare e trovare tutte le canzoni che non potranno mancare mai nel mio Iphone.
Montare il ventilatore e puntarselo addosso al massimo perchè fa troppo caldo.
Le camminate in giro per Milano anche a costo di svenire per la pressione bassa.

e poi, con gli occhi al cielo, sognare, sognare e sognare ancora cosa mi aspetta...


mercoledì 20 giugno 2012

SOGNA, RAGAZZO, SOGNA - Roberto Vecchioni

"E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte 
ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte;
io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro
stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l’amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,a volte c’è qualcuno che deve vederlo."



Di solito non succede più di un paio di volte l'anno, tre se proprio è un'annata fortunata... 
Beh dall'inizio del 2012 è la prima volta.
La prima volta che un libro diventa parte di me.
L'anno scorso mi ricordo benissimo quali sono state le due opere che mi hanno conquistata: La prima “L'Albero dei mille anni” di Pietro Calabrese, la storia autobiografica della sua lotta, ahime persa, contro il cancro. Un libro durissimo, crudo, dannatamente sincero e autentico. E poi “Acciao” di Silvia Avallone. Un romanzo questa volta ma che, come il precedente libro, fa suoi temi forti come la disperazione e la rassegnazione.

Quest'anno, dicevo, è successo di nuovo.
Mi sono innamorata di un libro.
Pagine lette una in fila all'altra senza riuscire a staccarmene, tutte di un fiato.
Pochi secondi di pausa, saltuariamente, solo per annotarmi frasi troppo belle per essere vere o troppo mie per non esserlo.
E così sono finita ancora una volta nel vortice inarrestabile di un libro, del “non riesco a non andare avanti, devo sapere cosa c'è scritto nella pagina seguente” che lotta, inesorabilemente, contro il “è troppo bello, non voglio che finisca subito, devo leggerlo pian piano...”
Manco a dirlo è sempre la prima tendenza a prendere il sopravvento e così, da ingorda, divoro riga dopo riga, pagina dopo pagina alla velocità della luce per poi rallentare quando mi accorgo che davanti a me ci sono ancora solo una ventina di pagine.
Quelle ultime pagine me le voglio godere lentamente, come quando sto mangiando qualcosa che mi piace particolarmente. Ne assaporo il gusto in ogni dettaglio e tengo tutte le parole strette a me, senza lasciarle andare.

Fai bei sogni” è il titolo del libro. E l'autore è qualcuno che conosco. Non nel senso letterale del termine, nel senso più intimo. Massimo Gramellini è uno dei primi giornalisti che ho imparato davvero a conoscere e ad apprezzare.
A casa mia, infatti, si è sempre letto tanto. Tanti libri, ma soprattutto tanti quotidiani e tante riviste. Il Corriere della Sera in primis e poi La Stampa, il sabato in particolar modo, perchè abbinato al quotidiano c'era Specchio, il settimanale.
E io, pur essendo piccolina, li ho sempre letti. Sfogliando rapidamente le prime pagine, quelle dedicate alla politica e all'economia (e in questo senso nulla è cambiato), leggendo più attentamente quelle dedicate alla cultura, alla cronaca, allo sport. Ma la mia pagina preferita, per molti anni, è sempre stata una, l'ultima. Si, perchè nell'ultima pagina di Specchio c'era una rubrica dal titolo “Cuori allo Specchio” tenuta proprio da Gramellini.
Al suo interno me le ricordo bene le lettere dei cuori spezzati, delle persone innamorate, disperate, felici che scrivevano per una qualche ragione proprio ad un giornale e proprio a Gramellini. E mi ricordo bene anche le sue risposte, o meglio il tono che avevano, sempre positive, dolci, rincuoranti....
Insomma, io Gramellini un pochino sentivo di conoscerlo.


Poi ho iniziato a fare questo lavoro che con i giornali ci campa.
Li leggo ogni giorno, con grande gioia. L'ordine solitamente è il seguente: prima il Corriere della Sera, poi La Repubblica, quindi La Stampa. Ed eccolo lì il mio “amico” Gramellini, ad augurarmi il buongiorno come ogni mattina.

E quel libro scritto proprio da lui e con un titolo così tenero non potevo non leggerlo. 
Un libro che sin dalla prima pagina si è rivelato toccante, triste, traboccante di sentimenti, a tratti persino divertente. 
 In alcuni passaggi mi sono sentita arrossire, mi sono sentita un'impicciona ad entrare così prepotentemente nel suo passato e nella sua vita. E nonostante la sua storia sia estremamente diversa e molto più dolorosa della mia, ci sono momenti in cui ho pensato per davvero che qualcuno mi stesse leggendo dentro. 
Ho visto stampate su carta parole che passano ogni giorno nella mia testa, parole a cui cerco disperatamente di dare un senso e un ordine e all'improvviso eccole...

“In fondo la mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.”

“Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuovola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.”

Troppo vero. Non ho nulla altro da aggiungere.  

venerdì 15 giugno 2012

WIDE AWAKE - Katy Perry

"Thunder rumbling
Castles crumbling
I am trying to hold on
God knows that I tried
Seeing the bright side
But I’m not blind anymore…
I’m wide awake
I’m wide awake"
E così è arrivato il primo addio
La prima delle ultime volte. 
Il primo di innumerevoli saluti a qualcuno e a qualcosa che ha partecipato alla mia vita e che, nel suo piccolo, ha contribuito a cambiarla.

La prima volta che ho salutato la pallavolo, più di dieci anni fa, l'ho fatto inconsapevolmente, senza rendermene quasi conto, ufficialmente per una distorsione al ginocchio ma in fondo, forse, solo per pigrizia. All'epoca non avevo sofferto troppo della cosa, salvo poi pentirmene amaramente negli anni a seguire.

Ora, invece, il mio addio è molto più consapevole e sofferto.
Ieri sera, per l'ultima volta, mi sono svestita, ho indossato i pantaloncini, il reggiseno sportivo e le ginocchiere. 
Ieri sera, per l'ultima volta, ho svolto il riscaldamento pre partita. 
Ieri sera, per l'ultima volta, ho visto il mondo attraverso una rete di pallavolo in una caldissima palestra milanese. 
Ieri sera...

Finito il campionato, passata anche la partita con amici e familiari e la pizzata di fine anno, non mancava che il saluto finale. 
Ho anche detto addio a un gruppo che, nel bene e nel male, mi ha insegnato tanto. 
Ho detto addio alle orribili magliette viola, al panino con la nutella post-partita, alle trasferte in palestre a dir poco oscene, alla puzza di certi spogliatoi. 
Ho detto addio alla pallavolo e ad alcune persone che, sono certa, non mi mancheranno particolarmente in futuro. 
Ho detto addio al mio allenatore, con un abbraccio colmo di tenerezza e, quasi quasi, di magone.
Ecco, fortunatamente, ancora non ho detto addio alle mie compagne speciali: C, M, S...
Però l'abbraccio finale con E, così stretto, lungo e sentito, mi ha fatto pensare che quello, forse, era davvero l'ultimo.

E dopo questi abbracci, questi baci, i reciproci in bocca al lupo, seduta sul sedile posteriore di una macchina, quasi quasi la prima lacrima di commozione stava per scendere. 
Perchè puoi avere davanti a te le prospettive più belle del mondo, i mesi più felici della tua vita ma quando si chiude qualcosa che per te è stato speciale le emozioni prendono il sopravvento. 
E a me piace così. 
Ho sempre desiderato vivere al massimo, traboccante di esperienze e di emozioni. 
E quindi ecco a godermele tutte queste sensazioni, le prime di tante, ne sono certa, che segneranno i miei ultimi mesi in questo Paese.


giovedì 14 giugno 2012

LISTEN TO YOUR HEART - Roxette

"Listen to your heart
when he's calling for you.
Listen to your heart
there's nothing else you can do.
I don't know where you're going
and I don't know why,
but listen to your heart
before you tell him goodbye."




Sii felice ora...

non aspettare di finire l'università,
di innamorarti, di trovare lavoro,
di sposarti, di avere dei figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno.
Non c'è il momento migliore di questo per essere felice,
la felicità è un percorso non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito,
e balla come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi,
e i giorni diventano anni.
Ma l'importante non cambia,
e la tua forza, la tua convinzione,
non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via ogni ragnatela,
Dietro ogni traguardo ce' una nuova partenza.
Dietro ogni risultato c'è una nuova sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere....
(Madre Teresa di Calcutta)